Palermo, il Comune allontana il default, approvato il Piano di riequilibrio - QdS

Palermo, il Comune allontana il default, approvato il Piano di riequilibrio

Gaspare Ingargiola

Palermo, il Comune allontana il default, approvato il Piano di riequilibrio

mercoledì 02 Febbraio 2022

Al termine di una seduta fiume, andata avanti per tre giorni, il Consiglio comunale ha approvato il documento elaborato per evitare il dissesto. Le conseguenze economiche e politiche

PALERMO – Il Comune ha evitato il dissesto. Al termine di una seduta fiume andata avanti senza sosta da sabato a lunedì per quasi trenta ore di fila, il Consiglio comunale ha approvato il Piano di riequilibrio che dovrebbe mettere in salvo i conti di Palazzo delle Aquile.

Adesso la Giunta ha due settimane di tempo per firmare il contratto con il Governo che farà piovere sulla città 475 milioni di euro in vent’anni in cambio, però, di un aumento vertiginoso di tasse e tariffe. I primi effetti sulle tasche dei palermitani si avvertiranno subito: già da quest’anno l’aliquota Irpef raddoppierà (in deroga ai limiti di legge) dallo 0,8 all’1,56 per mille con un incremento del gettito di 49,4 milioni. E l’anno prossimo schizzerà all’1,72 per mille, con un gettito supplementare di quasi 60 milioni.

Ma oltre al dato economico c’è il dato politico di un’opposizione che si è sgonfiata sul più bello scindendosi tra l’ala più intransigente di Italia Viva, Oso, +Europa e Azione, che è andata al muro contro muro con l’Amministrazione Orlando, e l’ala contraria al dissesto (ossia il centrodestra e il M5s) che ha preferito inghiottire il boccone amarissimo del piano.

Il sindaco Leoluca Orlando è rimasto in Aula per tre giorni e tre notti a seguire i lavori insieme ai suoi assessori e alla fine ha portato a casa un risultato quasi insperato, considerando che da tempo non ha più una maggioranza. A fargli da stampella i voti favorevoli dei pentastellati ma anche l’assenza al momento del voto di quasi tutto il centrodestra (Udc, Diventerà Bellissima, Forza Italia e Fratelli d’Italia), uscito in blocco dall’Aula (tranne la Lega che si è astenuta). E così alla fine l’atto è passato (appena in tempo, alle 22,30 di lunedì) con 14 voti favorevoli, 7 astenuti e il voto contrario (sui 22 presenti) del presidente Salvatore Orlando (Italia Viva).

“L’aumento dell’Irpef – hanno detto in una nota congiunta i consiglieri di Forza Italia Andrea Mineo e Giulio Tantillo e di Sicilia Futura Gianluca Inzerillo, Ottavio Zacco e Catia Meli – è stato scritto e votato dalla sinistra. Il Piano di riequilibrio rappresenta il fallimento politico e amministrativo del decennio targato Orlando. Noi abbiamo cercato di migliorare il provvedimento e ci siamo astenuti su alcuni emendamenti con l’obiettivo di non bocciare il Piano tout court, cosa che altrimenti avrebbe determinato conseguenze catastrofiche per la nostra già martoriata città. Abbiamo voluto salvaguardare i lavoratori part time del Comune, mettere la parola fine al precariato e garantirgli il raggiungimento delle 36 ore settimanali. Per tre giorni e tre notti abbiamo fatto una battaglia durissima a favore della città, non un’opposizione sterile. La finanziaria nazionale permette alla nostra città di accedere a notevoli somme: per questo non abbiamo ritenuto di non iscriverci al ‘partito dello sfascismo e della demagogia’ e di astenerci soltanto su alcuni provvedimenti”.

La stangata dell’Irpef si sommerà all’aumento a tappeto delle tariffe di un po’ tutti i servizi, dagli impianti sportivi e le palestre ai musei, dai mercati generali agli spazi pubblicitari, dal suolo pubblico ai servizi funebri e cimiteriali. Ma a tenere banco durante il fine settimana è stata soprattutto la vertenza degli oltre duemila dipendenti part time. I sindacati avevano chiesto che passassero a tempo pieno tutti in una volta ma le risorse non erano sufficienti e l’Amministrazione ha individuato una via di mezzo: un emendamento ha “collegato” l’aumento graduale delle ore (due in più all’anno fino al 2025) all’emendamento sull’Iperf, che da solo valeva 548 milioni e senza il quale sarebbe crollato tutto il castello. I dipendenti a tempo parziale passeranno a 30 ore subito, 32 l’anno prossimo, 34 nel 2024 e 36 nel 2025.

“Ancora una volta – hanno commentato i pentastellati Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo e Concetta Amella – abbiamo dimostrato la nostra attenzione verso i dipendenti del Comune. Grazie ai voti decisivi del Movimento 5 stelle, infatti, è passato l’emendamento che permetterà, entro fine anno, l’aumento a 30 ore lavorative settimanali di tutto il personale part time di categoria A, B, C e D, e a 32 ore dalla fine del 2023, fino ad arrivare a 36 ore entro il 2025. Inoltre, il Comune di Palermo potrà finalmente tornare ad assumere con un piano di 500 nuove unità lavorative a partire dal 2025. L’aumento orario del personale è strategico nell’ottica del complessivo miglioramento di quei servizi che oggi soffrono di note carenze, ad esempio negli ambiti della Polizia municipale, nelle Circoscrizioni, negli uffici cimiteriali e in svariati altri uffici amministrativi”.

Approvato, tra le altre cose, un emendamento che scongiura il dimezzamento delle Circoscrizioni. Bocciato, invece, quello che impediva la vendita della Gesap, che dunque resta un’ipotesi più che concreta a partire dal 2025.

“A chi ci accusa di ‘mettere le mani nelle tasche dei palermitani’ – hanno commentato i consiglieri e le consigliere di Avanti Insieme, Sinistra Comune e Partito democratico – ricordiamo che l’aumento dell’Irpef è la condizione imprescindibile posta dal Governo per firmare l’accordo con i sindaci ed attivare un piano di riequilibrio che potrà essere continuamente riadattato nel tempo. Alle forze politiche che tuonano contro gli aumenti, le stesse che a Palermo tra il 2009 e il 2012 hanno aumentato al 75% la vecchia Tarsu e raddoppiato l’addizionale Irpef raggiungendo l’aliquota massima dello 0,8%, ricordiamo che sono responsabili delle dissennate politiche che hanno portato al fallimento il gruppo Amia e la Gesip”.

Le parole di Leoluca Orlando e della Giunta dopo l’approvazione delle strategie anti default

PALERMO – “Il Consiglio comunale ha approvato il Piano di riequilibrio economico-finanziario proposto dalla Giunta, evitando il dissesto e che potrà essere adesso occasione di riorganizzare la macchina comunale e di intensificare l’attività di lotta alla evasione fiscale”. Con queste parole il sindaco Leoluca Orlando e la Giunta comunale hanno commentato il via libera al testo.

“L’Amministrazione – ha aggiunto l’Esecutivo – ha sviluppato un intenso dialogo e continuerà la sua interlocuzione con il Parlamento e con il Governo per definire le condizioni per fronteggiare una crisi di sistema che ha paralizzato centinaia di comuni siciliani e ha colpito grandi città come Torino, Napoli, Reggio Calabria e, da molti anni, Roma. La città di Palermo, in collaborazione con gli altri comuni siciliani e dell’intero Paese, ha ottenuto nuove norme e l’erogazione di somme inserite nel decreto fiscale e nella legge di Bilancio dello Stato. Risorse e norme che, sin dall’inizio, sono state espressione di una precisa volontà: evitare il dissesto”.

L’Amministrazione ha poi ribadito che il sindaco, a metà febbraio, “stipulerà un accordo con il presidente del Consiglio dei ministri, previsto dalla legge di Bilancio dello Stato, per meglio definire impegni dell’Amministrazione comunale e impegni del Governo nazionale per i prossimi anni”.

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