Ragusa, olio Monti Iblei, cambia il disciplinare di produzione - QdS

Ragusa, olio Monti Iblei, cambia il disciplinare di produzione

Stefania Zaccaria

Ragusa, olio Monti Iblei, cambia il disciplinare di produzione

venerdì 18 Settembre 2020

Pubblicato sulla Gazzetta europea, inseriti 4 nuovi comuni e anche due nuove varietà di olive . Il presidente del Consorzio di tutela Giuseppe Arezzo: “è un risultato straordinario”

RAGUSA – È stato modificato il disciplinare di produzione dell’olio Monti Iblei. Pubblicato sulla Gazzetta europea, il documento è stato variato per alcune novità inerenti i comuni interessati, per l’area di riferimento e quindi quella di produzione.

Il lavoro va avanti da diversi anni e ha conosciuto uno slancio con l’attuale consiglio di amministrazione del Consorzio, presieduto da Giuseppe Arezzo. I cambiamenti riguardano sostanzialmente l’ampliamento delle aree di produzione con l’ingresso di nuovi comuni all’inserimento di nuove varietà.

Quattro le new entry, ossia Scordia e Mirabella Imbaccari in provincia di Catania, Avola e Carlentini nel Siracusano. In questi comuni “sono stati riscontrati i requisiti storici ed agronomici per poter far parte della zona geografica di produzione dell’olio dop Monti iblei. Per adeguare il disciplinare al principio di unicità dell’area di riferimento della Dop – hanno riferito dal cda – è stato ricompreso nella zona geografica l’intero comune di Carlentini presente nel disciplinare vigente per una sola parte”.

Ampliando inoltre l’area di produzione, alcuni territori del ragusano, ricadenti nella fascia costiera, parzialmente delimitati, ci rientrano a pieno titolo con i confini amministrativi. Un’altra novità importante riguarda la possibilità di utilizzare la denominazione ‘Monti iblei’ per tutta la produzione eliminando l’obbligo di usare le menzioni geografiche aggiuntive.

“Anche l’altitudine, inerente l’ubicazione delle piante o dei terreni olivetati, non ha più alcun limite – hanno aggiunto – Si è ritenuto di eliminare la delimitazione altimetrica (80-700 metri sul livello del mare). Infatti, anni di analisi confermano – è scritto, tra l’altro, nelle modifiche – che anche a quote basse, sotto gli 80 metri sul livello del mare, se le olive delle diverse varietà vengono raccolte nel periodo indicato nel disciplinare e con i criteri delle moderne tecniche di estrazione, così come prescritto nel disciplinare di produzione, non ci sono differenze nel prodotto finale”.

Tra le modifiche apportate c’è anche l’inserimento di due varietà autoctone Biancolilla e Zaituna e la possibilità, per i produttori, di realizzare olii monocultivar o, in alternativa, con uno, due, tre e al massimo cinque cultivar diverse.

“Abbiamo incassato un risultato straordinario – ha evidenziato il presidente del consorzio di tutela dell’olio Dop Monti iblei, Giuseppe Arezzo – frutto di un lavoro incessante del consorzio e del consiglio di amministrazione. Il consorzio ha dimostrato la sua dinamicità presentando una modifica al disciplinare al passo con i tempi introducendo, di fatto, le innovate tecnologie nei moderni impianti. Abbiamo tutte le carte in regola, adesso, per portare avanti un importante lavoro di promozione con l’aiuto che ci arriverà anche, ne siamo certi, dal sindaco di Chiaramonte Gulfi, Sebastiano Gurrieri, nella sua qualità di coordinatore regionale delle città dell’olio della Sicilia”.

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