Regione, il Governo alle banche, stop ai derivati - QdS

Regione, il Governo alle banche, stop ai derivati

redazione

Regione, il Governo alle banche, stop ai derivati

martedì 01 Ottobre 2019

Domani a Palermo l'assessore Armao incontra i dirigenti dei cinque gruppo bancari titolari di contratti swap per 310 milioni di euro. I derivati sono costati ai contribuenti quindici volte il giusto. Adesso o transazione o contenzioso

Chiudere definitivamente i contratti derivati con un esposizione swap pari a 310 milioni nozionali ancora aperti con cinque gruppi bancari attraverso un accordo transattivo.

Le operazioni, lanciate tra il 2005 e il 2006, riguardano derivati a garanzia di mutui accessi all’epoca con la Cassa depositi e prestiti.

La Regione siciliana, che ha l’ok del Mef e di Cassa depositi e prestiti, è pronta ad aprire un contenzioso qualora le banche non dovessero accettare il negoziato.

Anche perché ci sarebbero “anomalie” e “informazioni poco trasparenti” in documenti e carte sui contratti swap: è quanto trapela sulla relazione, top secret, consegnata al governo Musumeci da una speciale commissione di esperti nominata dalla Giunta e che per un mese ha esaminato i dati.

Proprio alla luce di questa relazione l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao ha definito con i tecnici del Ministero e con Cassa depositi e prestiti (Cdp) l’accordo per avere la copertura con l’obiettivo di aprire un negoziato con i cinque gruppi bancari estinguendo gli swap anzitempo perché ritenuti anti-economici.

Per domani è in programma un vertice a Palermo tra l’assessore all’Economia Gaetano Armao e il suo staff con i dirigenti dei cinque gruppo bancari.

Studiando la documentazione, la commissione ha verificato che i contratti swap prevedevano un cap, fino al 7%, a garanzia dei tassi variabili dei mutui ben distanti da previsioni e soprattutto dai valori reali dei tassi Euribor che in quella fase non superarono il 5%.

“Uno di questi contratti derivati – ha spiegato Armao con un esempio – con una delle controparti avrebbe reso al massimo beneficio nove milioni, invece è costato alla Regione ben centocinquanta milioni”.

“C’è una asimmetria paradossale – ha accusato l’assessore Armao – che la commissione ha evidenziato. La Cdp ci ha dato la possibilità di chiudere transattivamente, altrimenti faremo senza problema il contenzioso”.

Secondo la commissione ci sarebbero stati comportamenti negligenti nella costruzione dei contratti derivati “perché non rispondevano all’esigenza della Regione, non era in linea con i suoi obiettivi”.

“Abbiamo avuto difficoltà ad aprire le clausole dei derivati – ha detto Raffaele Mazzeo, uno degli esperti della commissione – e fare i conteggi. Abbiamo aperto tutti i pezzi del motore per vedere bene cosa ci fosse dentro”.

I cinque gruppi bancari sono Nomura, Merril Lynch, Banca nazionale del lavoro, Deutsche Bank e Unicredit.

L’esposizione verso le controparti delle operazioni in derivati, che furono sottoscritti dalla Regione a copertura di mutui con CdP contratti tra il 2005 e il 2006, è di 310,931 milioni, la quota maggiore pari al 32,07%, nei confronti dei giapponesi di Nomura. Per definire l’operazione transattiva la Regione ha ottenuto il via libera del Mef e di CdP, con quest’ultima ha concordato la rinegoziazione dei mutui che consentiranno all’amministrazione di liberare risorse per circa 150 milioni di euro.

“Dalle banche ci aspettiamo un’offerta – dice l’assessore Armao – Se non dovessero cogliere questa opportunità andremo a contenzioso. Se riceveremo invece una proposta compatibile con le risorse liberate noi andiamo a chiudere”.

E il ragioniere generale, Giovanni Bologna, aggiunge: “Ci aspettiamo un grosso sconto, non di uno o tre punti percentuali ma a doppia cifra”.

L’assessore porge la mano alle banche: “La ragionevolezza dovrebbe indurre a chiudere queste partite”.

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