Rifiuti da costruzione e demolizione, scatta l’allarme su scarso riutilizzo - QdS

Rifiuti da costruzione e demolizione, scatta l’allarme su scarso riutilizzo

redazione

Rifiuti da costruzione e demolizione, scatta l’allarme su scarso riutilizzo

venerdì 13 Ottobre 2023

Convegno Anpar-Nadeco

ROMA – Il settore del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione gestisce ogni anno poco meno di 80 milioni di tonnellate di rifiuti, l’81% dei quali viene avviato a riciclo. Solo poco più della metà dei rifiuti riciclati oggi viene effettivamente utilizzato, il resto è inutilizzato nei piazzali di molti impianti, ormai saturi. Se non si incentiva l’impiego di questi prodotti, anche nella realizzazione delle opere previste dal Pnrr, si rischia di bloccare l’intera filiera delle costruzioni. L’allarme è stato lanciato nel corso dell’evento promosso a Roma da Anpar, l’Associazione nazionale produttori di aggregati riciclati che fa parte di Assoambiente, e da Nadeco (Associazione nazionale demolizione ed economia circolare per le costruzioni), dal titolo “Riciclo rifiuti inerti, traino dell’economia circolare”.

Il settore gestisce 78,7 milioni di tonnellate (dati Ispra), circa il 48% dei rifiuti speciali prodotti a livello nazionale e ad oggi ha superato gli obiettivi di riciclo dettati dall’Ue, attestandosi a quota 81%. Il problema quindi riguarda non il tasso di riciclo, ma il tasso di circolarità, ovvero l’effettivo impiego di questi materiali che vengono correttamente trasformati in prodotti dalle aziende del settore, ma che poi stentano a trovare uno sbocco nei diversi mercati e in particolare in quello dei lavori stradali e più in generale delle grandi infrastrutture. La causa principale sta nella diffidenza ancora diffusa da parte delle stazioni appaltanti pubbliche. Proprio i lavori stradali, quelli ferroviari e quelli portuali e aereoportuali potrebbero costituire un’opportunità, in considerazione dei fondi previsti dal Pnrr per la realizzazione di opere, per l’utilizzo degli aggregati riciclati in sostituzione di beni primari, soprattutto per la realizzazione degli strati di fondazione e per i sottofondi o rilevati stradali. L’effetto prodotto da questo scarso utilizzo è che molti impianti sono ormai saturi, hanno raggiunto i limiti di stoccaggio e l’intera filiera delle costruzioni rischia di bloccarsi una volta che saranno impossibili i conferimenti dei materiali provenienti dalle demolizioni.

“Oggi non è possibile parlare di sostenibilità delle opere, osserva Paolo Barberi – presidente Anpar, se nella progettazione e realizzazione si prescinde dall’uso prioritario degli aggregati riciclati. Per questo chiediamo al Governo di dettare linee guida destinate alle maggiori stazioni appaltanti pubbliche beneficiarie dei fondi del Pnrr (in particolare il Gruppo Ferrovie) che incentivino l’utilizzo di questi materiali attraverso l’adozione di nuovo capitolati di appalto “Le nostre associazioni – afferma Giuseppe Panseri, presidente di Nadeco – hanno fatto molto, impegnandosi per due anni in un colloquio con i tecnici e le istituzioni, per sottolineare le criticità del decreto per com’è stato proposto inizialmente, e per individuare insieme soluzioni atte a preservare la possibilità di reimmettere nel ciclo produttivo la maggior quantità possibile di aggregati recuperati operando, così, una vera economia circolare. Siamo felici di aver trovato nel Governo un ascoltatore attento e aperto ai suggerimenti: importanti traguardi sono già stati raggiunti, ma possiamo e dobbiamo lavorare e migliorare ancora”.

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