Rimesse stranieri, dalla Sicilia solo 230 milioni di euro - QdS

Rimesse stranieri, dalla Sicilia solo 230 milioni di euro

Serena Giovanna Grasso

Rimesse stranieri, dalla Sicilia solo 230 milioni di euro

mercoledì 28 Agosto 2019

ImpresaLavoro: dalla Lombardia (1,4 mld) e Lazio (953 mln) provengono i quantitativi più alti. I lavoratori che hanno trasferito le maggiori somme di denaro sono bengalesi, romeni e filippini

PALERMO – L’andamento economico generale vissuto dalle singole regioni si riflette anche sui lavoratori stranieri. Infatti, secondo i dati contenuti all’interno del report del centro studi ImpresaLavoro, elaborati a partire dalle analisi condotte dalla Banca d’Italia, in Sicilia così come in tutte le regioni meridionali si registrano i valori più contenuti di rimesse inviate dai lavoratori stranieri ai loro Paesi d’origine.

Nel dettaglio, le somme inviate dalla Sicilia nel 2018 ammonterebbero a 230,4 milioni di euro, appena il 3,7% dei 6,2 miliardi di euro complessivamente inviati dai lavoratori stranieri delle venti regioni italiane. A livello nazionale, ci collochiamo solo al nono posto. Valori maggiormente ridotti si registrano in tutte le altre regioni meridionali, con l’unica eccezione della Campania (418 milioni di euro, ovvero il 6,7% del totale). Ai posti bassi troviamo anche tre regioni settentrionali e due centrali: in particolare, scorgiamo le Marche all’undicesimo posto (133,9 milioni di euro), Friuli Venezia Giulia al dodicesimo (126,8 milioni di euro), Trentino Alto Adige quattordicesimo (93,9 milioni di euro), Umbria sedicesima (68,2 milioni di euro) e l’ultima Valle d’Aosta con appena 9,1 milioni di euro.

I lavoratori stranieri che hanno trasferito in patria il maggior quantitativo di denaro sono stati quelli residenti in Lombardia (1,4 miliardi di euro, quasi un quarto del totale, precisamente il 23,5%), nel Lazio (953,1 milioni, ovvero il 15,4% del totale), in Emilia Romagna (571,7 milioni, corrispondenti al 9,2% del totale), in Veneto (530,4 milioni, 8,6% sul totale) e in Toscana (515,8 milioni, 8,3% del valore complessivo). Tutto ciò a maggiore riprova della divisione economica che contraddistingue da sempre lo scenario nazionale e che si ripercuote su ogni singolo aspetto.

Dal 2008 al 2018 le rimesse dei lavoratori stranieri in Italia ai loro Paesi di origine hanno raggiunto complessivamente i 66,4 miliardi di euro. Dalla ripartizione per anno emerge che le rimesse sono cresciute nel periodo 2008-2011 passando da 6,3 miliardi del 2008 al picco massimo di 7,3 miliardi di euro del 2011, per poi contrarsi fino a toccare i valori minimi di 5 miliardi di euro nel 2016. Nell’ultimo anno si è verificata una consistente ripresa delle somme inviate dai lavoratori stranieri alle loro famiglie di origine: infatti, si è arrivati a 6,2 miliardi di euro (+22% sull’anno precedente). Stime prudenziali della Banca d’Italia sembrerebbero suggerire che a queste cifre che transitano via intermediari ufficiali (come money transfer, banche, poste) vadano aggiunti circa 700 milioni di euro l’anno di rimesse che sarebbero inviate all’estero tramite canali informali.

Quanto alle diverse nazionalità, i lavoratori stranieri che hanno trasferito in patria il maggior quantitativo di denaro sono i bengalesi (730,7 milioni), i romeni (718,2 milioni), i filippini (451,1 milioni), i pakistani (408,7 milioni) e senegalesi (389,4 milioni). A seguire si collocano quelli provenienti dall’India (342,7 milioni), dal Marocco (330,6 milioni), dallo Sri Lanka (308,7 milioni), dal Perù (228,5 milioni), dalla Georgia (207,3 milioni) e dall’Ucraina (172,8 milioni). La Cina, che fino a pochi anni fa era uno dei tre principali Paesi di destinazione, nel 2018 è invece scivolata al trentottesimo posto con un valore pari a soli 21,4 milioni di euro.

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