Sanità in tilt, odissea delle liste d'attesa in Sicilia

Sanità in tilt, odissea delle liste d’attesa in Sicilia: 90 milioni per abbattere i ritardi

Stefano Scibilia

Sanità in tilt, odissea delle liste d’attesa in Sicilia: 90 milioni per abbattere i ritardi

Hermes Carbone  |
domenica 26 Maggio 2024

Il piano del neo commissario Asp Giuseppe Cuccì per rilanciare il settore

Cento giorni per tentare di abbattere le lunghissime liste d’attesa per accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. Questo il piano dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina diretta dal neo commissario Giuseppe Cuccì. Cento giorni durante i quali sarà garantita l’apertura delle strutture sanitarie, 7 giorni su 7, dalle otto del mattino e fino a mezzanotte. 

A questo tour de force si aggiungerà anche un piano di nuove assunzioni tra il personale medico sanitario (medici, infermieri e OSS) per ospedali da anni ormai al collasso. Tutto reso possibile grazie allo stanziamento di fondi straordinari provenienti dalla Regione tra il 2023 e il 2024.

Sanità in Sicilia, il finanziamento è solo una restituzione di fondi pubblici

Fondi definiti come straordinari, ma che tali non dovrebbero essere. O, più precisamente, che non sono. In base all’inchiesta realizzata proprio dal Quotidiano di Sicilia lo scorso gennaio e avente come tema lo stato della sanità nell’Isola, lo stanziamento di 90 milioni di euro previsti dall’assessorato alla Salute, al momento, non rappresenta nient’altro che una restituzione – peraltro parziale – di fondi pubblici alle casse della Sicilia: quantum che già spettava di diritto.

Stando ai dati forniti dalla Fondazione Gimbe, saranno oltre 200 i milioni di euro di tagli in Sicilia solo per il comparto della sanità. Una misura varata nell’ambito di una generale spending review del governo Meloni sui fondi del PNRR. A essere tagliati nell’Isola saranno ben 808 posti di terapia intensiva, con una riduzione prevista del 23% sugli attuali, e di 995 posti di terapia sub intensiva, con una riduzione che in questo caso sarà del 24%.

Sanità in Sicilia, difficoltà negli ospedali

Una situazione dunque che non può che essere definita emergenziale se si considera lo stato precario nel quale versa la maggior parte degli ospedali presenti in tutta l’Isola, con i casi estremi della provincia agrigentina. Stando sempre a quelli che sono gli ultimi dati diffusi dall’assessorato alla Salute, “rilevati al 31 marzo 2024 e relativi alle prestazioni non erogate ed in lista di attesa dall’inizio del 2023″, in Sicilia ci sono al momento oltre 30 mila ricoveri in attesa di essere espletati. Tenendo in considerazione, dunque, solo i dati dell’ultimo anno e mezzo.

Un ritardo che i siciliani sono costretti a pagare a peso d’oro. Sempre che abbiano intenzione di curarsi, s’intende. I deficit sanitari e il perpetuo postporre della politica producono danni non solo per le tasche pubbliche intese come spese cui dovrà far fronte lo Stato, ma anche come costo per i cittadini, costretti a rivolgersi ai privati o a recarsi nelle regioni del Nord per visite specialistiche. In base ai dati attualmente disponibili, il tasso di emigrazione sanitaria in altre regioni è del 6,2%. Costo per le tasche dei siciliani stimato in 177 milioni di euro. 

Sanità in Sicilia, ritardi ampliati dalla pandemia in poi

Nell’attuale budget messo a disposizione in via straordinaria dalla Regione Siciliana, risultano essere presenti a bilancio proprio 48,5 milioni di euro per il 2023 e 41 milioni di euro per il 2024. Obiettivo: ridurre i tempi di attesa per l’accesso alle cure mediche. Una questione nobile, ma con ritardi accumulati proprio per via della atavica, pessima gestione politica del comparto. Da sottolineare la quota di persone, rispondente a quasi un cittadino su dieci, che in Sicilia rinuncia alle cure principalmente per motivi economici o per le difficoltà di accesso al servizio. Una forbice che si sta ampliando ancor di più in seguito al periodo post pandemico. 

Quella degli sprechi in tema di sanità, principale capitolo di spesa delle casse pubbliche insieme a quello delle pensioni, sembra stare particolarmente a cuore all’attuale Governo. Da qui il taglio generalizzato a tutte le regioni italiane (media del -24%) per tentare di risanare un pozzo senza fondo. Più stringenti sembrano essere diventate anche le maglie di controllo del Ministero della Salute, che sul proprio sito internet mostra quelle che sono le “Linee guida sulle modalità di trasmissione e rilevazione dei flussi per i monitoraggi dei tempi di attesa”.

Le Linee Guida per il Governo delle liste di attesa in Sicilia sono definite nel Piano Regionale di Governo delle Liste di Attesa (PRGLA) 2019-20211. Questo piano, inviato a tutti i neo commissari delle ASP dell’Isola, ha l’obiettivo di migliorare l’accesso alle prestazioni sanitarie, riducendo i tempi di attesa e garantendo una gestione più efficiente delle liste di attesa. Le verifiche per il raggiungimento degli obiettivi, come confermato da parte della Regione, avverranno annualmente. Nel caso di mancata ottemperanza degli standard imposti o mancato rispetto delle Linee Guida, i commissari potranno essere rimossi prima del termine del loro mandato.

Sanità in Sicilia, il cronoprogramma

Un cronoprogramma di recupero del ritardo accumulato che prevederà un passaggio obbligato dalle strutture sanitarie private o da quelle accreditate presso il SSN. Dati alla mano, per esempio, a dicembre 2023 le case di cura accreditate hanno ricevuto 8,6 milioni di euro. Circa 6,5, invece, i milioni di euro restituiti alle strutture ambulatoriali convenzionate. 

Per una sanità che in Sicilia continua a camminare con le stampelle, sempre in attesa dell’intervento dei privati. E a poco è servito ancora il piano assunzioni per 1500 dottori stranieri indetto dalla Regione e andato deserto (solo una cinquantina le richieste pervenute, ndr). Con una criticità che si staglia all’orizzonte soprattutto per l’assenza di alternative, che continuano a costringere i siciliani a bussare alla porta di altre regioni in cerca di cure.

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