Racconti di “ordinaria catanesità” a cura di Eva Luna Mascolino e Alessandro Russo
Il rapporto tra Catania e Vincenzo Bellini declinato attraverso storie di tutti i giorni, tramite racconti di “ordinaria catanesità”, il legame intrinseco tra il Cigno e la sua città. Sta principalmente qui l’essenza di “Scritturiamo Bellini”, libro nato ed edito a cura di Eva Luna Mascolino e Alessandro Russo, che si compone dei racconti scritti da Ottavia Cristaldi, Salvatore Giovanni Emanuele, Luana Paladino e Maria Elena Torrisi.
Una vera e propria sinfonia di storie e di aneddoti, che si fondono con le sinfonie del grande compositore. Sinfonie e melodie che sembrano quasi riecheggiare scorrendo le pagine di questo testo breve, essenziale e scorrevole ma allo stesso tempo incisivo. Un libro che lascia il segno, che va oltre gli elementi biografici riguardanti Bellini. Come quando vengono raccontati i “pensieri” della statua che i catanesi hanno eretto in suo onore.
Lo storico monumento, protagonista e simbolo stesso della centralissima piazza Stesicoro, si ritrova solo come mai prima nella primavera del 2020, in una Catania vuota e spettrale a causa del confinamento imposto dalla pandemia. Dallo stesso momento storico nasce anche la lettera aperta a Vincenzo Bellini, nascono le parole che una cittadina catanese – nelle fasi più drammatiche dell’emergenza Covid – rivolge al suo illustre concittadino. Ma l’aura belliniana che aleggia sulla città e sui cittadini la si riscontra anche in tutti gli altri racconti, che hanno apparentemente poco o nulla a che fare con il compositore. Dai ricordi di un’anziana catanese, che porta dentro di sé un retaggio sociale e culturale di cui sono protagonisti i luoghi belliniani, fino ad una storia dai ritmi thriller che si dipana con la “Norma” a fare da ideale colonna sonora delle vicende narrate.
A compendio del testo, in appendice, un interessante ed appassionante approfondimento di natura storica e biografica. Protagonista assoluta è l’opera dello storico Luigi Cardona, che nel 1876, raccolse e pubblicò “Aneddoti, lettere e motti” di Vincenzo Bellini.
Il primo amore del Cigno e l’intreccio con la sua produzione artistica, aneddoti inediti sulla sua vita e su quella predisposizione che, sin da bambino, mostrava per la musica e per l’arte. E poi anche un suo scritto “sul modo di comporre musica e sulla poesia”, un’opportunità per avvicinarsi ancor di più alla dimensione artistica di Vincenzo Bellini.
E, in conclusione, c’è anche spazio per qualche piccola nota “di colore”, sull’aspetto e la fisionomia del grande compositore.
Leggendo le pagine di “Scritturiamo Bellini” sembra quasi di vederlo in viso, di ascoltare le sue riflessioni, di carpire e di conoscere il Bellini uomo, quel genio andato via troppo in fretta ma che tanto, tantissimo ha dato all’arte, alla musica, alla sua città. L’opera voluta da Russo e Mascolino, ha dunque “fatto centro”, ha raggiunto l’obiettivo per cui era stata pensata. Ed è, probabilmente, questo il suo pregio migliore, la capacità di narrare e descrivere, attraverso molteplici e disparati punti di vista, l’inscindibile legame tra il Cigno e la sua città. Perché, come scrivono i curatori, in premessa: “Si scrive Bellini ma si legge Catania”.