Tommaso Paradiso incanta il PalaCatania strapieno

Tommaso Paradiso incanta il PalaCatania strapieno: l’amore declinato con le sue molteplici sfumature

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Tommaso Paradiso incanta il PalaCatania strapieno: l’amore declinato con le sue molteplici sfumature

Sandy Sciuto  |
domenica 03 Dicembre 2023

Canzoni vecchie e nuove, molte delle quali diventate evergreen della musica italiana. Sono 24 i brani che l’artista ha portato sul palco

Non pecca di presunzione Tommaso Paradiso quando intona “Sensazione Stupenda” all’apertura del concerto del 2 dicembre al PalaCatania di Catania, unica data siciliana nonché penultima del Tommy 2023 Tour (prodotto e organizzato da Vivo Concerti e promosso in Sicilia da Giuseppe Rapisarda Management).

Ci vogliono pochi minuti per accorgersi di come la canzone che dà il titolo anche al nuovo album da solista di Paradiso indica una direzione, segna un desiderio, si eleva ad ambizione per cosa dovrà essere il tempo da trascorrere con la sua gente attraverso le canzoni di una carriera iniziata sulle note di “Completamente”.

PalaCatania strapieno

In un PalaCatania strapieno, riscaldato dai momenti di ilarità con la Kiss Cam, Tommaso Paradiso si presenta con occhiali da sole e voglia di celebrazione. Non è una parola a caso “celebrazione”, ma bensì cosa è accaduto in due ore di concerto. Prima di tutto c’è la celebrazione della musica. Si dà risalto ai musicisti della band che salgono per primi sul palco e vengono presentati durante la serata tra aneddoti e battute. Si arricchisce il concerto con gli assoli di chitarra o al piano di Paradiso che legano una strofa a un’altra o un momento ad un altro del concerto. Si dà spazio alle canzoni vecchie e nuove, molte delle quali sono diventate negli anni delle evergreen della musica italiana. Sono ventiquattro le canzoni selezionate che l’artista porta sul palco. Paradiso passa da singoli come “Sould Out” e “Tra le strade e le stelle”, diventate celebri ai tempi dei TheGiornalisti, a brani del nuovo album come “Lyin” e “Blu Ghiaccio Travolgente”. Tutto con un equilibrio e una linearità percepibile che fa bene non solo all’artista che è al massimo della sua esposizione autoriale, ma anche allo spettacolo inteso come performance, presenza, scambio col pubblico, esaltazione di un’idea che nella sua realizzazione è meglio di come è stata pensata.

Il palco e l’artista

C’è la celebrazione dell’amore declinato con le sue molteplici sfumature. Tommaso Paradiso dà tutto al suo pubblico. Sul palco che ha una forma a T, l’artista è irrequieto. Si muove costantemente. Alzando l’asta col microfono chiede al pubblico di cantare per lui e con lui anche se già il pubblico caloroso ricambia dalla prima nota, scende dal palco per cercare il contatto, legge i cartelloni, si lascia andare a confidenze. Gli cantilenano: “Sei bellissimo!” ma lui non lo accetta. “Non sono mica Guido Caprino”, dice divertito mentre l’attore è tra il pubblico a godersi il concerto. È più di una celebrazione. È una festa in cui Paradiso vuole abbracciare tutta la gente che negli anni ha imparato a conoscerlo attraverso la sua musica e che è lì per lui. L’amore passa anche da un momento sorpresa. “Dov’è Marco?” chiede Tommaso Paradiso ad un certo punto del concerto. In pochi minuti, il palco diventa il luogo perfetto per una proposta di matrimonio in piena regola di cui Paradiso diventa testimone ma anche colonna sonora di un ricordo indimenticabile per Marco e Aurora con la sua “Questa nostra stupida canzone d’amore”.

La richiesta di un fan

Ed è stato amore anche quando un fan dal pubblico gli propone di cantare insieme “Stanza singola”. Il brano non era in scaletta ed il momento non era preparato. Eppure, Paradiso si presta. Fa salire Eros sul palco e cantano insieme. È un sogno che si realizza per il fan, è un altro momento unico per il pubblico del PalaCatania che resta estasiato. Tommaso Paradiso è “de core”, come dicono a Roma, nel senso che abbonda in calore e generosità quando si tratta della sua gente, la stessa che al PalaCatania ha saputo abbracciarlo, ballare sulle sue canzoni ed emozionarsi.

La celebrazione di Paradiso come artista e come uomo

Infine, ultima ma non per importanza, c’è la celebrazione del sé ossia di Paradiso come artista e come uomo. Tra una canzone e l’altra, Paradiso fa delle precise scelte e si racconta. “Canto questa canzone per me” e intona il brano dedicato a Roma. Passa al piano per un momento intimista. “Non mi posso lamentare di nulla grazie a voi. A volte, però, mi sento male. Per sconfiggere questo male mi metto al pianoforte e scrivo canzoni” dice Paradiso per poi passare a cantare “Dr. House” e “Proteggi questo tuo ragazzo”. E poi arriva la precisazione su “Riccione”. “C’è un Qui dopo sotto il sole. In realtà, avevo scritto sotto il sole QUI sotto il sole di Riccione”. Per “Figlio del mare” fa una confidenza: “Vorrei essere ricordato così quando sarò morto”. Insomma, Paradiso mostra fragilità, concede onestà e si protegge dietro i suoi intramontabili occhiali da sole quando le emozioni prendono il sopravvento.

Il finale con i grandi successi

Nel finale, Tommaso Paradiso dà al pubblico due dei suoi più grandi successi. “Felicità Puttana” fa ballare e sulle note di “Completamente” esplode il PalaCatania in un unico coro, un unico cuore, un unico grande desiderio: amare.

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