Sbarca in Sicilia lo spettacolo di Angelo Pisani e Katia Follesa

“Ti Posso Spiegare!”, sbarca in Sicilia il nuovo spettacolo di Angelo Pisani e Katia Follesa

“Ti Posso Spiegare!”, sbarca in Sicilia il nuovo spettacolo di Angelo Pisani e Katia Follesa

Sandy Sciuto  |
venerdì 05 Gennaio 2024

Coppia nella vita e anche sul palcoscenico, saranno il 5 gennaio al Teatro Golden di Palermo e il 6 gennaio al Teatro Metropolitan di Catania

Con l’arrivo del 2024, Angelo Pisani e Katia Follesa tornano in tournee con “Ti Posso Spiegare!”, lo spettacolo teatrale scritto da loro con Luciano Federico e Alessio Parenti.

Angelo Pisani e Katia Follesa, coppia nella vita e anche sul palcoscenico in questo caso, saranno il 5 gennaio al Teatro Golden di Palermo e il 6 gennaio al Teatro Metropolitan di Catania.

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“Duelli” verbali e sketch comici nel nuovo spettacolo

“Ti Posso Spiegare!” si riaggancia al precedente spettacolo che si concludeva con una proposta di matrimonio. Anche in questo nuovo spettacolo, Angelo e Katia parleranno della vita di coppia, ma ai veri e propri duelli verbali si alterneranno/sostituiranno degli sketch comici in cui i due ci porteranno in casa loro e mostreranno le dinamiche uomo donna nella convivenza.

Così facendo Katia e Angelo racconteranno un’altra porzione della loro vita insieme, sempre all’insegna di uno scontro divertente, senza dimenticarsi di coinvolgere il pubblico che, anche questa volta, sarà chiamato a dire la sua e a schierarsi a favore dell’uno o dell’altro. In attesa di vederli sui palchi dei teatri siciliani, abbiamo intervistato Angelo Pisani che ha raccontato lo spettacolo e la sua posizione sulla vita di coppia.

Angelo, lei e Katia, il 5 e 6 gennaio sarete in Sicilia con lo spettacolo “Ti posso spiegare!” Siete già stati in Sicilia? Cosa vi attira di questa terra?

Siamo stati in Sicilia, ma non insieme ossia io quando lavoravo con Marco de “I Pali e Dispari” e lei con Valeria. In seguito, io sono stato in Sicilia a lungo perché ho fatto dei percorsi laboratoriali con Emma Dante e Davide Mia e quindi ho vissuto per un periodo a Palermo che conosco abbastanza bene e associo sempre a un momento molto bello della mia vita. Catania è una città che conosco poco, ma mia figlia si chiama Agata. Capisci che c’è un grande attaccamento. Quando penso a Catania, mi vengono in mente Carmen Consoli e Franco Battiato. C’è grande interesse e curiosità. Siamo molto affascinati da questa terra. La mamma di Katia è siciliana. C’è un grande legame.

Firmate anche la scrittura dello spettacolo con Luciano Federico e Alessio Parenti. Da quali esigenze di narrazione nasce?

L’esigenza di narrazione è il desiderio di raccontare una parte autobiografica della nostra vita in chiave comica. Il primo spettacolo si concludeva con la mia richiesta a Katia di sposarmi. Lo spettacolo parte dalla richiesta fino al momento di un fatidico sì nel senso che il finale rimane aperto. Si parla in maniera comica di cosa vuol dire organizzare un matrimonio con tutte le tensioni perché la donna è molto più efficace mentre l’uomo tende a rimandare. Ci saranno momenti di sketch vero e proprio e momenti in cui interagiremo con il pubblico con un corpo di ballo che non si limita a ballare, ma interagisce negli sketch.

Curioso che lo spettacolo abbia anche un corpo di ballo. La danza è metafora per veicolare meglio i messaggi dello spettacolo?

In realtà, la danza è un’altra faccia degli argomenti dello spettacolo. La comunicazione avviene per mezzo della parola e del corpo. I ballerini non vengono usati come avviene di solito che fanno gli stacchetti musicali. Qui, i ballerini interagiscono con noi. Ci sarà un momento musical. È un modo di raccontare la coppia anche con la danza.

Al centro dello spettacolo ci sono le storie di vita della vostra coppia. Secondo lei, quando si diventa coppia e non si sta semplicemente insieme?

Secondo me per essere coppia non è necessario stare insieme. Due persone possono essere una coppia nella vita perché nutrono un profondo amore e di conseguenza condividono oppure sono coppia stando insieme. Si diventa coppia nel momento in cui si vuole che l’altra persona non si annulli, ma anzi che sia il più possibile sé stessa per poterlo essere anche con l’altro.

Il titolo dello spettacolo è sibillino. Ci sarà spazio anche per parlare di infedeltà?

No, nel senso che non è una necessità doverlo spiegare. Io e Katia abbiamo un concetto di fedeltà che va oltre la condivisione fisica. Questo non è un qualcosa da dire perché fa notizia. L’importante ci sia una fedeltà di sentimento. So benissimo che questo punto di vista è più o meno condivisibile, ma per me è importante cosa pensiamo io e Katia.

Il titolo sembra la classica frase che si dice in caso di tradimento…

In realtà “Ti posso spiegare!” è nel senso che ti spiego il mio punto di vista rispetto al mio agire in funzione dell’organizzazione del matrimonio.

Cosa vi aspettate provino chi vi verrà a vedere?

Mi aspetto che la gente si riveda. La dinamica è quella tra uomo e donna non solo in coppia, ma anche nella vita in generale. Uomo e donna sono due universi diversi. Dalle loro diversità, nasce la comicità. Ci aspettiamo ci sia un’identificazione.

Siete coppia nella vita e stavolta siete tornati ad essere coppia sul lavoro. Quali sono i pro e i contro del lavorare insieme?

I pro sono la conoscenza e l’intesa che ti permettono di navigare con un compagno che sai non abbandonerà mai la nave nel momento in cui dovesse esserci la tempesta. Il lato negativo è avere così tanta intesa che a volte risulta difficile mantenere un proprio punto di vista.

Sondaggi e dati statistici svelano che in Italia sono più i single delle coppie. Perché lo stare in coppia non è più considerata una necessità?

Beh, siamo in un Paese in cui stiamo ancora pensando che la donna non esista se non in funzione dell’uomo. Ci mancano proprio i fondamentali. Come si può pensare di creare una coppia quando per l’uomo non è ancora chiaro il fatto che la donna è un’entità a sé con una sua testa, un suo cuore, un suo pensiero e una sua libertà? Io faccio parte di quel folto numero di uomini che rispettano la donna in quanto individuo con i suoi propri diritti, ma finché c’è una quantità di dementi, parlo di uomini che ancora…Siamo in una società in cui mancano i fondamentali.

Su Instagram condividete alcuni momenti di voi come coppia. Non avete mai avuto timore che questa scelta potesse minare al vostro equilibrio o di essere criticati?

No, perché c’è una differenza fondamentale. Su Instagram noi mettiamo ciò che vogliamo mettere. Noi non condividiamo se non quello che vogliamo condividere. Non siamo noi a essere usati dai social, ma sono i social ad essere usati da noi. La gente vede ciò che noi vogliamo veda e non vede ciò che noi non vogliamo veda. Così non si corre il rischio di dover esistere sui social per poter dire di esistere. Noi esistiamo senza social e la parte più autentica di noi non va sui social.

Ha nominato prima sua figlia Agata, presente in alcuni vostri sketch sui social, se dovesse darle un prontuario per stare in coppia cosa le consiglierebbe?

Di essere sempre se stessa e di non permettere a nessuno di decidere per lei sia che si tratti del suo compagno o della sua compagna. La vita di coppia non ha sesso. Se c’è l’amore c’è tutto e basta.

Lei e Katia state insieme dal 2006. Sono tanti anni. Qual è il segreto per mantenersi coppia più a lungo possibile?

Rispettare tanto lo spazio dell’altro.

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