Caos assenteismo all'Ars: il nuovo regolamento

Caos assenteismo all’Ars: un nuovo regolamento per garantire la presenza in aula

Stefano Scibilia

Caos assenteismo all’Ars: un nuovo regolamento per garantire la presenza in aula

Simone Olivelli  |
domenica 28 Aprile 2024

La nuova disciplina prevede un deciso aumento dell'importo che ogni deputato perderà ogni volta che salterà una seduta in cui è chiamato a esprimere il proprio voto

Contrastare l’assenteismo all’Ars colpendo il portafogli dei deputati. Sembra essere questa la ricetta adottata dal parlamento regionale per cercare di garantire una maggiore frequentazione dell’aula e delle commissioni permanenti da parte dei settanta eletti.

A partire da maggio, infatti, entreranno in vigore le modifiche al regolamento sulle trattenute da applicare in caso di assenze ingiustificate. La nuova disciplina prevede un deciso aumento dell’importo che ogni deputato perderà ogni volta che salterà una seduta in cui è chiamato a esprimere il proprio voto. La mossa, che è strettamente connessa alla scarsa partecipazione registrata in questo primo anno e mezzo di legislatura, in cui non sono state poche le volte in cui è stato necessario rinviare le votazioni per mancanza del numero legale, potrebbe avere un riflesso anche in termini di solidità della maggioranza di centrodestra.

Ars, cosa cambierà

Le nuove regole sono state notificate mercoledì scorso con una nota inviata a ogni deputato dal segretario generale dell’Ars. Come detto, interessano sia l’attività all’interno di sala d’Ercole che quella nelle singole commissioni tematiche. Nel primo caso è previsto che “per ogni assenza nelle sedute in cui si svolgono votazioni su testi legislativi o su atti di indirizzo politico iscritti all’ordine del giorno, è operata una trattenuta giornaliera sulla diaria pari a euro 180”.

La stessa cifra sarà decurtata a chi salterà le sedute di commissione, ma in questo caso sarà previsto “il limite massimo mensile di euro 540”. Tali cifre rappresentano un taglio più deciso rispetto a quanto fatto finora.

L’attuale disciplina, introdotta in seguito all’approvazione della legge regionale 1 del 2014 riguardante misure di contenimento dei costi della politica, prevede che per ogni giorno in cui un deputato non partecipi alle attività parlamentari nelle sedute d’aula venga applicata una trattenuta pari all’un per cento dell’indennità spettante, mentre nel caso di assenze dalle commissioni si scende allo 0,5 per cento.

Considerato che l’attuale importo delle indennità, soggette di recente all’aggiornamento Istat, si aggira intorno ai 7500 euro mensili, si parla di cifre tra i 38 e i 75 euro circa. La novità riguarda anche la voce che sarà toccata dalle trattenute: non più l’indennità, ovvero lo stipendio che spetta ai singoli deputati, ma la diaria.

Tale voce, che vale diverse migliaia di euro, sulla carta dovrebbe servire per pagare le spese affrontate dai deputati per svolgere i lavori parlamentari. Tuttavia viene erogata mensilmente a ognuno dei settanta membri, senza prevedere alcuna forma di rendicontazione. In altre parole spetta al deputato che vive a Palermo e ha casa di proprietà come a coloro che arrivano da altre parti dell’isola e hanno in affitto un’abitazione.

Nella nota inviata ai deputati viene specificato che “ogni deputato ha facoltà di fruire, senza incorrere nella trattenuta, di un’assenza ogni mese”. Nel caso invece di sedute di più commissioni previste per lo stesso giorno “la presenza in una di esse” sarà sufficiente a giustificare l’assenza nelle altre.

Ars, i riflessi

La modifica al regolamento rappresenta un atto di consapevolezza della necessità di evitare sperperi di denaro, pagando le spese a chi di fatto, assentandosi dalle attività, non ne sostiene. Tuttavia potrebbe avere riflessi anche di natura politica: da un lato spingere i singoli onorevoli a dare maggiore seguito al mandato ricevuto a settembre 2022 dai siciliani in occasione delle ultime elezioni regionali, dall’altro – e in questo caso il discorso vale più per lo schieramento di centrodestra che sostiene il governo Schifani – creare le condizioni affinché i numeri della maggioranza siano più solidi al momento delle votazioni

Ars, i più assenteisti

Prevedere quali saranno i deputati che maggiormente rischiano una decurtazione delle entrate mensili non è facile. L’Ars, infatti, non mette a disposizione informazioni riguardanti le sole sedute in cui si è votato.

Guardando però agli specchietti trimestrali sulle presenze dei deputati – in cui si tiene conto delle presenze d’ufficio spettanti ai deputati che hanno una specifica carica ma non le eventuali cause giustificative dell’assenza, come nel caso di malattia – è possibile dire che nel 2023 tra i cinque deputati più assenteisti sono stati il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca (53), il forzista Nicola D’Agostino (39), la pentastellata Stefania Campo (35), la forzista Bernardette Grasso (31) e l’esponente di Fdi Giusy Savarino (29).

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