Scommesse, Zaniolo e Tonali in lacrime: "Solo poker e black jack"

Caos scommesse, Zaniolo e Tonali in lacrime: “Giocavamo solo a poker e black jack”

Daniele D'Alessandro

Caos scommesse, Zaniolo e Tonali in lacrime: “Giocavamo solo a poker e black jack”

Redazione  |
venerdì 13 Ottobre 2023

Il caso scommesse continua ad allargarsi: Tonali e Zaniolo, sentiti ieri dalla polizia a Coverciano, sono scoppiati in lacrime

Non si placa il terremoto scommesse nel calcio italiano. Dopo l’esplosione della vicenda con il caso relativo al centrocampista della Juventus, Nicolò Fagioli, ieri in seguito anticipazioni fornite da Fabrizio Corona è avvenuto il blitz della Polizia direttamente a Coverciano, sede del ritiro della Nazionale. Gli agenti, infatti, hanno voluto sentire Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali, altri due dei grossi nomi tirati in ballo dall’ex re dei paparazzi.

Zaniolo e Tonali in lacrime: “Non abbiamo mai scommesso sul calcio”

Come riportato da Repubblica, Zaniolo e Tonali, una volta messi sotto pressione dai rispettivi entourage non hanno negato di giocare d’azzardo ma hanno allontanato il coinvolgimento di scommesse sportive, scoppiando però in lacrime. “Era solo poker e blackjack”. Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali non sono stati interrogati dalla polizia che li ha raggiunti a Coverciano, violando il ritiro della Nazionale e sconvolgendo la preparazione delle prossime partite dell’Italia gettando sugli azzurri l’ombra delle scommesse illegali. A torchiarli ci hanno pensato, subito dopo, genitori, familiari, procuratori sportivi. Per capire fino a dove avessero sbagliato e iniziare a preparare una linea difensiva. “Giocavamo delle partite a poker e a blackjack, mai sul calcio”, le parole dell’attaccante dell’Aston Villa.

L’accusa nei confronti di Nicolò Zaniolo

Esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa. Sarebbe questo il reato che la Procura di Torino contesta all’ex calciatore della Roma, finito nel registro degli indagati. La fattispecie contestata è quella prevista all’art 4 della legge 401 del 1989. Giovedì gli inquirenti hanno proceduto al sequestro dei telefoni cellulari che verranno ora analizzati e in particolare si passeranno al setaccio le chat.

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