Le chat dell'indagato dello stupro di Palermo - QdS

Le chat dell’orrore sullo stupro che hanno “incastrato” l’indagato tornato in carcere

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Le chat dell’orrore sullo stupro che hanno “incastrato” l’indagato tornato in carcere

Redazione  |
giovedì 24 Agosto 2023

Ancora messaggi e particolari agghiaccianti sullo stupro di gruppo a Palermo: "N'addivittemu".

Sono orribili i messaggi che emergono dalle chat dell’indagato – minorenne all’epoca dei fatti – prima scarcerato e poi tornato in carcere con l’accusa di aver preso parte allo stupro di gruppo al Foro Italico a Palermo.

Sarebbero stati proprio questi messaggi, oltre agli atteggiamenti seguiti all’interrogatorio di garanzia e alla scarcerazione, a portare il neomaggiorenne, il più giovane degli indagati, nuovamente in carcere. Ecco gli ultimi aggiornamenti sul fatto di cronaca che ha sconvolto la Sicilia e tutta l’Italia negli ultimi giorni, con una vasta eco mediatica e social.

Le chat e i vocali dopo lo stupro di Palermo

Già poche ore dopo i sette arresti erano emerse diverse intercettazioni, che hanno scatenato l’indignazione generale e anche qualche polemica per i contenuti forti. Nelle scorse ore sarebbero emersi nuovi messaggi inquietanti, talmente gravi da spingere il gip a valutare e alla fine a far eseguire l’aggravamento della misura cautelare per l’indagato neomaggiorenne (minorenne all’epoca dei fatti).

“Si è sentita male ed è svenuta più di una volta. N’addivittemu (ci siamo divertiti, ndr), troppi cianchi (risate, ndr) cumpa’. Troppo forte“. Questo uno dei messaggi agghiaccianti poco dopo la violenza sessuale di gruppo. Un racconto dello stupro che non tiene minimamente in considerazione la gravità del gesto compiuto o la dignità della vittima.

“Manco la conoscevo, siamo stati con lei in sette”, avrebbe aggiunto in chat anche attraverso messaggi vocali finiti in mano agli inquirenti.

Il comportamento in comunità e i post su TikTok

L’indagato per lo stupro di gruppo a Palermo non avrebbe espresso alcun pentimento, in chat come nella vita reale. Al contrario, sembra che in comunità si sia perfino vantato delle sue “gesta”. E su TikTok, poi, avrebbe postato commenti ironici come: “Come faccio a uscire con tutte voi, siete troppe!” o “La galera è di passaggio, si ritorna più forti di prima”.

“Tali nuovi e sopraggiunti elementi investigativi – si legge nel provvedimento del gip Antonina Pardo – tratteggiano la personalità di un giovane che lungi dall’aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso, reato commesso avvalendosi della forza del gruppo ai danni di una giovane donna resa inerme a causa dell’intossicazione da alcol procurata dagli stessi partecipanti alla violenza) avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità ha continuato ad utilizzare il telefono cellulare o altro dispositivo informativo per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione ai modelli comportamentali criminali”. Questa la ragione del nuovo trasferimento in carcere dell’indagato.

Foto di Erik Lucatero da Pixabay , di repertorio

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