Lavoro e differenze di genere nelle retribuzioni medie, c’è ancora moltissima strada da fare - QdS
25 Febbraio 2025

Lavoro e differenze di genere nelle retribuzioni medie, c’è ancora moltissima strada da fare

Lavoro e differenze di genere nelle retribuzioni medie, c’è ancora moltissima strada da fare

sabato 25 Gennaio 2025

Come certificato dai dati diffusi dall’Istat, gli uomini guadagnano 16,8 euro l’ora contro i 15,9 riservati alle donne

ROMA – In Italia il Gender pay gap (Gpg), ovvero il differenziale di genere nelle retribuzioni orarie medie, si attesta al 5,6%: la retribuzione oraria media maschile è pari a 16,8 euro e quella femminile a 15,9 euro. I numeri in questione sono stati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat all’interno del Report sulla struttura delle retribuzioni in Italia nel 2022.

Il Gender pay gap si amplia tra i laureati

Il gap tende ad ampliarsi tra i laureati (16,6%), tra i quali la retribuzione media oraria è di 20,3 euro per le donne e di 24,3 euro per gli uomini, ma anche tra i dipendenti con al più l’istruzione secondaria inferiore (15,2%), sebbene su livelli retributivi orari decisamente più bassi (11,1 euro per le donne e 13,1 euro per gli uomini). Il Gpg più contenuto (10,7%) si osserva tra chi ha conseguito un titolo di studio secondario superiore, titolo più diffuso sia tra gli uomini che tra le donne, in corrispondenza di retribuzioni orarie di 14 euro per le diplomate e di 15,7 euro per i diplomati.

Il gap salariale aumenta tra le professioni con una ridotta presenza femminile: nel gruppo dei Dirigenti, raggiunge un valore del 30,8% in corrispondenza delle retribuzioni orarie più alte, sia per le donne (34,5 euro) sia per gli uomini (49,8 euro); segue il gruppo delle Forze Armate (27,7%), con valori della retribuzione oraria pari a 16,9 euro e 23,4 euro rispettivamente, e quello degli Artigiani e operai specializzati (17,6%), per i quali le retribuzioni orarie ammontano a 10,6 euro per le donne e 12,8 euro per gli uomini.

Il più basso GPG si registra nelle Professioni intellettuali e scientifiche

Tralasciando il Personale specializzato addetto all’agricoltura, alle foreste e alla pesca, che nel campo di osservazione della rilevazione ha una ridotta rappresentatività, il più basso GPG si registra nelle Professioni intellettuali e scientifiche (8,4%) e nelle Professioni non qualificate (9,3%), caratterizzate anche da retribuzioni orarie particolarmente basse (10 euro per le donne e 11 euro per gli uomini).

Il gruppo delle Professioni intellettuali e scientifiche, infine, si caratterizza per elevati livelli retribuitivi (secondi solo a quelli dei dirigenti, attestandosi a 23,4 euro tra le donne e a 25,5 euro tra gli uomini), un basso livello del GPG (8,4%) e una marcata presenza di lavoratrici donne.

Uno dei fattori che all’interno del nostro Paese concorre fortemente a determinare il differenziale salariale di genere è l’effetto di composizione tra il comparto a controllo pubblico (l’insieme delle istituzioni pubbliche e delle imprese a prevalente controllo pubblico) e quello a controllo privato (l’insieme delle unità economiche, imprese e istituzioni private su cui il controllo privato è totale o prevalente). Se infatti il Gpg nel comparto a controllo privato è pari al 15,9%, nel comparto a controllo pubblico scende al 5,2%. In quest’ultimo le donne sono la maggioranza (55,6% dei dipendenti), hanno un elevato livello di istruzione e la più alta retribuzione oraria: tra le laureate la retribuzione oraria arriva a 23 euro ed è di ben 6,9 euro superiore a quelle delle laureate nel comparto privato; tra gli uomini la differenza si riduce a 4,1 punti, con retribuzioni orarie pari a 26,6 euro nel pubblico e a 22,5 euro nel privato.

All’Ars un Disegno di legge che attende di essere discusso

Sul tema del Gender pay gap c’è ancora molta strada da fare, anche a livello istituzionale. In Sicilia la questione è stata affrontata grazie anche a Jose Marano, deputata regionale del Movimento 5 stelle e prima firmataria del disegno di legge sulla parità salariale che, dopo l’ok della Commissione Affari istituzionali, sta proseguendo il suo iter all’Ars. “La valorizzazione del lavoro femminile – ha affermato la rappresentante pentastellata – continua a non trovare posto all’interno dell’agenda politica italiana. Lo testimonia l’ultimo report pubblicato dall’Istat, che certifica una differenza percentuale della retribuzione oraria di uomini e donne che si attesta al 5,6%. Nel comparto privato il differenziale sale addirittura al 15,9%. Se traduciamo in valore assoluto queste percentuali, il risultato è che le donne vengono retribuite circa un euro in meno rispetto agli uomini per ogni ora di lavoro. Parliamo di una forbice di circa 6 mila euro l’anno che in alcune macroaree come il Nord-Ovest si allarga addirittura a 8.563 euro”.

“La parità salariale tra uomo e donna – ha aggiunto Marano – non è solo una questione di equità sociale, ma anche di crescita economica. Eppure, continua a restare uno slogan confinato nel limbo dei meri auspici, qualcosa di cui si parla spesso ma senza cognizione di causa. Il mio impegno, da quando sono deputata all’Assemblea regionale siciliana, ha sempre puntato al ribaltamento di questo insopportabile status quo”.

“Valorizzare il potenziale femminile – ha evidenziato ancora – non significa soltanto mettere sullo stesso piano uomo e donna. Significa far crescere il nostro prodotto interno lordo, significa valore aggiunto per il nostro sistema produttivo, significa rafforzare la competitività delle nostre imprese. Ecco perché lavorerò affinché il mio ddl sull’eliminazione del divario retributivo arrivi quanto prima in Aula”.

“Valorizzazione delle competenze delle donne – ha concluso la parlamentare regionale esponente del Movimento 5 stelle – conciliazione tra vita familiare e vita professionale, meccanismi premiali per le imprese virtuose, incentivi per favorire l’occupazione femminile: nel Disegno di legge che mi auguro Sala d’Ercole esamini al più presto vengono poste tutte le condizioni per provare a dare una svolta ad un mercato del lavoro spesso ostile alle donne. Dobbiamo fare in fretta, la politica agisca, non ci sono più alibi”.

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