Pnrr, tagli per 1 miliardo e mezzo di euro: le risorse tolte ai Comuni

Pnrr, in Sicilia tagli per 1 miliardo e mezzo di euro: ecco le risorse tolte ai Comuni

Daniele D'Alessandro

Pnrr, in Sicilia tagli per 1 miliardo e mezzo di euro: ecco le risorse tolte ai Comuni

Salvo Catalano  |
mercoledì 16 Agosto 2023

Dall'efficientamento energetico alla riqualificazione urbana: tutti i finanziamenti che “saltano”

I tagli che il governo Meloni vuole apportare al Pnrr valgono in Sicilia 1 miliardo e mezzo di euro. La quasi totalità – 1,3 miliardi – verrebbe tolta a Comuni e città metropolitane. Si tratta di risorse che in larga parte coprono lavori e progetti già appaltati. Si dovranno trovare nuove risorse, ad esempio, a Catania per la riqualificazione dei quartieri San Berillo e Librino, o per la creazione del parco attorno al torrente Acquicella che le associazioni ambientaliste aspettano da anni; a Palermo per la viabilità nella zona industriale di Brancaccio, a Messina per il progetto di riqualificazione dell’ex città del Ragazzo o per la creazione del Parco a Capo Peloro. Rimarrebbero scoperti anche tutti i progetti già finanziati per il recupero di 64 beni confiscati sparsi per l’Isola. Sono solo alcuni esempi di un pacchetto di centinaia di interventi – alcuni già ben avviati – che si ritrovano dall’oggi al domani senza copertura finanziaria, nonostante le promesse del ministro Raffaele Fitto, coordinatore del Pnrr, sulle risorse alternative che verranno trovate. Ma dove?

“A titolo esemplificativo e non esaustivo – scrive il governo nella bozza di riprogrammazione del Pnrr del 27 luglio – utilizzano i Fondi strutturali e di investimento Europei, il Fondo per lo sviluppo e la coesione e il fondi del Piano nazionale complementare al PNRR”. Si tratta quindi di andare a pescare nella programmazione 2021-2027, rimodulando la spartizione di queste risorse e dovendo quindi discuterne con le Regioni, già destinatarie di una parte di quei fondi. Inevitabile, qualora si trovasse la quadra, uno slittamento dei tempi di realizzazione delle opere che invece col Pnrr erano tassativamente fissati entro il 2026.

Sono nove le misure del Pnrr che il governo nazionale ha proposto all’Europa di definanziare. Di queste, sei coinvolgono Comuni e città metropolitane siciliane. Della Missione 2 Rivoluzione verde e transizione ecologica, saltano gli interventi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (misura M2C4 2.2) che in Sicilia valgono 201 milioni di euro, e gli interventi sul verde urbano ed extraurbano (misura M2C4 3.1) che sull’isola interessano le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina per un totale di 27,8 milioni di euro. Della Missione 5 del Pnrr Inclusione e Coesione, vengono tagliati i fondi per quattro componenti: gli interventi di rigenerazione urbana (misura M5C2 2.1) sull’isola valgono 417 milioni di euro; i Piani urbani integrati (misura M5C2 2.2) in Sicilia avrebbero dovuto finanziare progetti già appaltati per 514 milioni di euro; gli interventi per le infrastrutture sociali delle aree interne (misura M5C3 1.1.1) interessano la Sicilia per 116 milioni di euro; e infine il capitolo del riutilizzo dei beni confiscati (misura M5C3 1.2) avrebbe portato sull’isola 54,60 milioni di euro, una goccia rispetto a quello che servirebbe per rimettere in funzione migliaia di beni sottratti alle mafie, ma anche quella goccia adesso viene tolta. I conti vengono fuori dai dati pubblicati dall’Ifel, l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, fondazione dell’Anci deputata ad assistere i Comuni in materia di finanza ed economia locale. Ai filoni di finanziamento che interessano i Comuni, si aggiungono le risorse tolte al raddoppio ferroviario Catania-Palermo: 275 milioni di euro sottratti ai lotti centrali Lercara-Caltanissetta e Caltanissetta-Enna, che secondo il commissario dell’opera Filippo Palazzo saranno comunque immediatamente coperti dal Fondo sviluppo e coesione, anche perché progettazione e lavori sono già stati appaltati. Dentro questa torta da 1,5 miliardi di euro c’è di tutto: progetti che le città aspettavano da anni e interventi inseriti in fretta e furia perché da quando il Pnrr è stato pensato è una corsa contro il tempo, prima per farsi finanziare le opere e adesso per stare al passo con il cronoprogramma

Focus Catania

Il capoluogo etneo si ritrova senza 1 milione e mezzo di euro destinato al miglioramento dell’efficienza energetica. Due milioni e 100mila euro sarebbero serviti al riutilizzo di sei beni confiscati: ad esempio il supermercato di via Anapo sottratto a Nitto Santapaola sarebbe dovuto diventare un supermercato sociale; la bottega in via Castello Ursino, ex pompe funebri degli uomini vicini al clan Santapaola, da trasformare in un infopoint.

Ampio il ventaglio dei progetti rientranti nei Piani urbani integrati che a Catania valgono 74 milioni di euro: dagli interventi nel quartiere San Berillo a quelli su Librino, dal parco Acquicella al parcheggio di piazza Lupo, fino a Ognina. Se allarghiamo il quadro alla città metropolitana, i Pui valgono 300 milioni di euro e molti altri Comuni – da Adrano ad Acireale, da Riposto al Calatino – sono coinvolti. Il potenziamento di infrastrutture e servizi sociali in tutta la provincia etnea avrebbe dovuto contare su 26 milioni di euro dal Pnrr.
Infine 5 milioni di euro erano destinati alla città metropolitana di Catania per il verde urbano ed extraurbano: 118mila piante da collocare nei Comuni di Acireale, Aci Bonaccorsi, Valverde, Castiglione, Paternò, Castel di Iudica, Raddusa, Militello, Grammichele, Mineo, Catania e Caltagirone. I Comuni entro dicembre 2022 hanno comprato i semi che stanno crescendo nei vivai autorizzati, il 2023 sarebbe dovuto essere l’anno della messa a dimora nelle zone scelte. Ma con quali soldi si pagherà questa seconda fase?

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